Frankenstein 1818 by Mary Shelley

Frankenstein 1818 by Mary Shelley

autore:Mary Shelley [Shelley, Mary]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Fiction, Literary, Gothic
editore: Neri Pozza Editore
pubblicato: 2018-09-09T22:00:00+00:00


Capitolo sesto

«Passò un po’ di tempo prima che apprendessi la storia dei miei amici. Era una storia che non poteva fare a meno di imprimersi a fondo nella mia mente per la quantità di circostanze che presentava, ognuna delle quali, per uno così privo di esperienza come me, fonte di interesse e meraviglia.

«Il vecchio si chiamava De Lacey. Veniva da una buona famiglia francese e in Francia era vissuto molti anni nell’agiatezza, rispettato dai suoi superiori e benvoluto dai suoi pari. Suo figlio era stato educato a servire la patria e Agatha era annoverata nel rango delle dame che godevano della più alta reputazione. Qualche mese prima del mio arrivo vivevano in una grande e sfarzosa città chiamata Parigi, circondati da amici e godendo di tutti i piaceri che possono offrire la virtù, la raffinatezza intellettuale e una discreta fortuna.

«Causa della loro rovina era stato il padre di Safie. Era un mercante turco che viveva a Parigi da molti anni e che a un certo punto, per qualche motivo che non sono riuscito a sapere, era diventato inviso al governo. Venne arrestato e messo in prigione proprio il giorno in cui Safie lo aveva raggiunto da Costantinopoli. Poi venne processato e messo a morte. La sentenza era così palesemente ingiusta che tutta Parigi se ne indignò, adducendo alla sua religione e alla sua ricchezza, più che ai crimini di cui era accusato, il motivo per la sua condanna.

«Felix era presente al processo e quando ascoltò la decisione della corte, il suo orrore e la sua indignazione furono così incontrollati da ripromettersi, con un solenne giuramento, che lui lo avrebbe liberato. E cercò il modo per farlo. Dopo tanti infruttuosi tentativi di essere ammesso alla prigione, scoprì, in una zona non sorvegliata dell’edificio, una finestra protetta da grosse sbarre; da questa arrivava la luce nella cella dove lo sfortunato maomettano attendeva, disperato e in catene, l’esecuzione della barbara sentenza. Felix si affacciò una notte alla grata e rese noto al prigioniero ciò che intendeva fare in suo favore. Il turco, sorpreso e contento, si prodigò a incentivare lo zelo del suo liberatore con promesse di ricompense e ricchezze. A quelle offerte Felix oppose uno sdegnoso rifiuto e tuttavia, quando vide la bella Safie, a cui era permesso fare visita al padre, e che a gesti gli espresse la sua viva gratitudine, il giovane non riuscì a fare a meno di dirsi fra sé che il prigioniero possedeva un tesoro che avrebbe pienamente ricompensato le sue fatiche e i suoi rischi.

«Il turco si accorse ben presto dell’effetto che la figlia aveva fatto sul cuore di Felix e si adoperò a vincolarlo ancora più saldamente alla sua causa, promettendogli la mano di lei e la celebrazione del matrimonio non appena lui fosse stato condotto in un luogo sicuro. Felix era troppo cortese per accettare quell’offerta, ma non poté fare a meno di immaginare quella possibile evenienza come il coronamento della sua felicità.

«Nei giorni seguenti, mentre procedevano i preparativi per la fuga del mercante,



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